Data retention: la UE verso la revisione della direttiva
Vi siete mai domandati dove vadano a finire tutti i dati del vostro traffico telefonico e della vostra navigazione su Internet? Non vengono cancellati, come molti erroneamente credono, nè persi nei meandri della Rete, ma sono conservati in maniera precisa e metodica per un certo periodo di tempo in archivi. Tale attività di conservazione dei dati è detta 'data retention'.
La questione della conservazione obbligatoria dei dati del traffico telefonico e Internet per finalità di contrasto alla criminalità tocca questioni molto importanti per le aziende di settore e i legislatori, e sensibili per i cittadini, viste le implicazioni per la privacy.
Smartphone: rischio spionaggio per le aziende
L'indagine Eurobarometro rileva che sempre più aziende utilizzano la banda larga fissa e mobile, mentre l'agenzia Ue ENISA mette in guardia sui pericoli per la sicurezza dei dati privati e lavorativi.
Sempre più aziende, in Italia, utilizzano la banda larga, sia fissa che mobile: è dotato di accesso Internet il 94% delle aziende italiane (in linea con la media Ue), delle quali l'83% dispone di banda larga. Sempre più diffuse, grazie alla crescente diffusione degli smartphone e delle applicazioni legate al business, anche le connessioni Internet mobile, utilizzate dal 66% delle grandi imprese, dal 38% delle medie e dal 16% delle piccole.
In contemporanea a questo generale andamento di crescita nell' utilizzo della banda larga fissa e mobile, crescono anche i rischi di subire un' intercettazione sul proprio telefonino ed aumentano i pericoli di furti di dati privati e personali e di spionaggio.
Internet: un mezzo insicuro per comunicare
Al giorno d'oggi tutti utilizzano Internet per i più svariati motivi: fare ricerche, comunicare, fare acquisti, prenotare voli o camere d'albergo.
Ma vi siete mai chiesti dove arrivano tutti i dati da voi trasmessi in rete? E soprattutto, vi siete mai domandati se, al momento dell'acquisto di un prodotto o di un servizio, qualcuno stesse spiando la password della vostra carta di credito o, durante una conversazione via e-mail, stesse intercettando e mettendo sotto controllo tutta la vostra corrispondenza?
Tutti i dati che partono dalla vostra tastiera e giungono sino ad un computer situato a molte migliaia di chilometri di distanza percorrono una grande quantità di cavi e mezzi fisici diversi e vengono trattati da un notevole numero di computer.
Intercettazioni su Skype
Uno dei principali vantaggi di Skype, oltre alle tariffe ridotte, sta nella possibilità di effettuare chiamate cifrate, cioè protette e difficilmente intercettabili.
Nell’ ultimo periodo,l' amministrazione Obama vuole semplificare la possibilità di intercettare le comunicazioni via Internet e sta preparando una proposta di legge che obblighi i servizi online — da Facebook ai software peer-to-peer passando per le mail criptate inviabili via BlackBerry — a consegnare al governo intercettazioni che possano essere necessarie per combattere la lotta al crimine e al terrorismo.
La proposta, che dovrebbe essere sottoposta al Congresso il prossimo anno, ha già sollevato nuove preoccupazioni e dubbi sulla vecchia questione di come bilanciare la necessità di sicurezza con quella della privacy. James X. Dempsey, vicepresidente di un’organizzazione che si chiama Centro per la Democrazia e la Tecnologia, ha detto che la legge avrebbe "enormi implicazioni" e sfiderebbe "gli elementi fondanti della rivoluzione di Internet".
Il Grande Fratello Google ci spia
Gli identikit conservati un anno e mezzo in 450mila server. Chi va in rete viene inseguito da inserzioni dedicate. Esiste un'operazione per disattivare il tracciamento ma è a carico dell'utente. Gusti, orientamenti sessuali e religiosi .
Google ci spia. Traccia e registra i nostri movimenti sulla rete. Vede quello che cerchiamo, vede quello che leggiamo o guardiamo. Sa dove siamo. Conosce i nostri interessi, anche quelli che vogliamo tenere nascosti. Controlla il contenuto e i destinatari delle nostre email. Pochi lo sanno, qualcuno lo sospetta, quasi tutti lo ignorano, ma è proprio così. Ci spia. E poi ci scheda, conservando la mole di informazioni che ci riguardano in un database per un anno e mezzo. Otto italiani su dieci che usano Internet sono finiti nei database di Google.
Più riesce a conoscerci, più specifica, corrispondente ai nostri gusti e quindi efficace sarà la pubblicità che ci farà trovare sui siti che visitiamo. Per i cervelloni del marketing è semplicemente behavioral advertising, pubblicità personalizzata. I difensori della privacy, invece, usano un termine più sinistro: profiling. Profilazione degli utenti. Ormai lo fanno quasi tutti i più grossi operatori del web. Ma nessuno in maniera capillare quanto il gigante di Mountain View. Ma quante informazioni riesce a raccogliere il colosso della rete?